Di seguito troverete le principali opere d'arte della nostra Chiesa, con informazioni approfondite grazie alla preziosa collaborazione del Prof.Luigi Santibacci.
Portone d’ingresso a due battenti
Artista: Artemio Giovagnoni
Anno 2005
Materiale: bronzo
Misure: cm 200.0x220.0x12.0 (HxLxP)
Descrizione.
Il portone d’ingresso della chiesa è una tra le ultime opere di Artemio Giovagnoni, autore anche della Porta Santa della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia. La raffigurazione in esso contenuta narra le storie del Libro di Tobia dell’antico testamento. San Raffaele, sotto le mentite spoglie di Azaria, accompagna il giovane Tobia (o Tobiolo) in un lungo viaggio da Ninive alla regione di Median per recuperare il patrimonio del padre, divenuto cieco, depositato presso un suo parente. Giovagnoni raffigura in modo elegante e didascalico le sacre scritture, concentrando la lettura visiva dello spettatore sugli elementi fondanti della narrazione.
Il viaggio di Tobia e Azaria (particolare)
In questa doppia scena viene raffigurato il cammino dei due personaggi principali all’inizio del racconto. Tobia, al centro della raffigurazione di sinistra, sta andando a ritirare una somma di denaro che il padre aveva lasciato in custodia ad un suo parente prima di diventare cieco. Tobia però non conosce la strada, nel suo viaggio verso la Media (attuale Iran), e viene affiancato, come guida da un esperto di quei luoghi, da un certo suo parente di nome Azaria, che altri non è che San Raffaele. Anche il cane di famiglia si unisce ai due e li segue durante il cammino. Giovagnoni ci presenta sulla sinistra San Raffaele che accompagna con un braccio l’incedere di Tobia centralmente ed il cane, in basso a destra, che li precede.
Nella seconda scena possiamo notare Tobia intento ad estrarre il fiele, il cuore ed il fegato dal pesce, così come indicato da San Raffaele. Sullo sfondo troviamo una persona su di un dromedario, ad indicare la zona della Mesopotamia in cui si svolge la storia, tra l’attuale Iraq e l’Iran.
Il matrimonio di Tobia (o Tobiolo) e Sara (particolare)
Nel primo riquadro, in alto a sinistra, Giovagnoni raffigura il matrimonio tra Tobia e Sara, le due figure inginocchiate in primo piano. L’arcangelo Raffaele viene presentato nella qualità di protettore dei matrimoni, nell’angolo alto a sinistra, mentre appoggia la mano sulla schiena del ragazzo. La storia, dal libro di Tobia, narra che la bella Sara era stata già data in sposa a sette mariti, ma un diavolo, che la tormentava, li aveva uccisi tutti la sera stessa delle nozze. Lo stile sintetico di Giovagnoni favorisce la lettura visiva dell’opera, concentrando lo sguardo dello spettatore sulle teste dei personaggi, sulle braccia e sulle mani. E proprio l’intreccio delle mani dei due ragazzi con quelle del padre della sposa, Raguele, che sta celebrando il matrimonio, permette di focalizzare la tematica principale, ovvero il Sacramento del Matrimonio cristiano, concelebrato dagli sposi e dal sacerdote. L’ambientazione è la casa di Raguele, dove Edna, madre di Sara, appare a braccia congiunte.
La guarigione del padre cieco (particolare)
L’arcangelo viene in questa scena raffigurato come intercessore della guarigione. Raphael, che in ebraico significa “Dio ha guarito”, è strumento di Dio per la guarigione sia fisica che dell’anima. Quando Tobia ritorna a casa dal padre, dopo aver recuperato i suoi averi, guarisce suo padre Tobi per mezzo del fiele che durante il suo tragitto aveva estratto da un pesce. Giovagnoni raffigura l’arcangelo, come una costante di tutta l’opera, all’angolo della scena, come testimone benedicente ed ispirazione delle buone azioni compiute da Tobia. L’ambientazione è la casa di Tobi e all’angolo sinistro compare Anna, sua moglie e madre di Tobia, che tiene in mano un recipiente con un grosso pesce.
Tobia ed il pesce sulle rive del Tigri e consegna della Chiesa di San Raffaele (particolare)
Nella scena di sinistra Giovagnoni riprende la tematica della pesca di Tobia, similmente al San Raffaele da lui eseguito qualche anno prima per la parete absidale della chiesa.
Tobia, inginocchiato sulla sinistra, ha la meglio sul pesce che lo aveva aggredito sulle rive del fiume Tigri. Sullo sfondo notiamo delle palme ed il cane che li accompagnava lungo il viaggio.
Nella scena di destra, a conclusione dell’opera, Giovangoni raffigura San Raffaele benedicente che con la mano sinistra porge la nuova chiesa di San Raffaele Arcangelo a mons. Luigi Stella, parroco di Madonna Alta dal 1966 al 2013.
Queste le foto originali; clicca per ingandire
foto 06 stemma esterno Monogramma di Cristo, Agnus Dei
Artista: Artemio Giovagnoni
Datazione: 1990 circa
Materiale e tecnica: Formella in lega d’alluminio bronzato
Soggetto: formella esagonale raffigurante il monogramma di Cristo e l’Agnus Dei
Misure: cm 87.0x66.0 (HxL)
Descrizione: Quest’opera dello scultore perugino Artemio Giovagnoni si trova all’esterno della chiesa, proprio sopra al grande portone centrale. Essa raffigura il monogramma di Cristo, formato dalle lettere X (Chi) e P (Ro) intrecciate, che sono le prime due lettere della parola greca “Christòs”. Il monogramma era già in uso presso le prime comunità cristiane ed era presente sulle tombe per identificare l’appartenenza del defunto a questa religione. Sotto al monogramma campeggia l’agnello con la croce-vessillo. Questa araldica è identificata con l’Agnello di Dio (Agnus Dei), che regge una croce con una banderuola crociata. Gesù viene raffigurato nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità. Stilisticamente il lavoro di Giovagnoni riprende quello di un precedente o coevo lavoro, l’agnello portacroce, una piccola scultura in alluminio bronzato, raffigurante l’agnello che regge la croce con il vessillo crociato.
foto 11 esterno madonninaStatua della Vergine con bambino
Artista: Artemio Giovagnoni
Datazione: 1986
Materiale: bronzo
Soggetto: Madonna con Gesù Bambino
Dimensioni: cm 137.5x27.0 (HxL)
Descrizione: La Madonna è raffigurata in posizione frontale mentre cammina, vestita con una lunga tunica da cui spunta un piede. Un cappuccio le circonda il capo fin sotto il mento, simile a quello dei guerrieri che Giovagnoni realizza in quegli stessi anni. Gesù Bambino, aggrappato al vestito della madre, è appoggiato sul braccio sinistro della Vergine Maria, che con la mano destra lo tiene stretta a sé. Il dinamismo viene sviluppato in modo sobrio ma efficace, tanto da apparire una naturale posa di una madre che cammina con il suo bambino.
La colata di bronzo è avvenuta su di una statua in gesso esposta nella cappella del Santissimo Sacramento della chiesa.
foto 14 vetrata 1Vetrata policroma con sei Apostoli di sinistra
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto: Volti di sei apostoli
Misure: cm 76.0 (H)
Descrizione: Questa vetrata policroma a formare disegni astratti e una serie di sei volti degli apostoli è parte di una grande fascia che delimita superiormente la facciata della chiesa. La sua narrazione è da considerare come un continuo, che si svolge dal centro (sopra il portale d’ingresso) e si sviluppa ai lati a creare una scena contornata da scritte inerenti la Resurrezione di Cristo e che possiamo riconoscere in una “ultima cena”.
foto 15 vetrata 2Fascia vetrata policroma dell’ingresso principale (particolare)
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto: Iscrizione sacra ANGELI DEL SIGNORE/BENEDITE IL SIGNORE
Misure: cm 75.0 (H)
Descrizione: la fascia vetrata continua internamente con questa iscrizione sacra “Angeli del Signore, benedite il Signore” proveniente dal canto Pasquale “Surrexit Christus”. La stessa si trova ad angolo rispetto ad una apertura laterale e prosegue verso il centro della facciata.
foto 16 vetrata 3Fascia vetrata policroma dell’ingresso principale (particolare dei sei Apostoli di sinistra)
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto: Volti di sei apostoli
Misure: cm 75.0 (H)
Descrizione: la vetrata composta di vetri policromi a formare disegni astratti e una serie di sei volti degli apostoli.
foto 17 vetrata 4Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Iscrizione documentaria: E. TROSS/DOMUS DEI/ROMA 1996
Misure: cm 75.0 (H)
Descrizione: La zona centrale della vetrata è di tipo astratto con linee sinuose ed una forma circolare che ne scandisce il movimento. L’artista, Ernesto Tross, si firma in un’iscrizione sul piombo.
foto 18 vetrata 5Fascia vetrata policroma dell’ingresso principale (particolare dei sei Apostoli di destra)
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto: Volti di sei apostoli
Misure: cm 75.0 (H)
Descrizione: vetrata composta in cui possiamo trovare il pane (bianco) dell'ultima cena una serie di sei volti degli apostoli.
foto 19 vetrata 6Fascia vetrata policroma dell’ingresso principale (particolare)
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto: Iscrizione sacra FIGLI DELL'UOMO/BENEDITE IL SIGNORE
Misure: cm 75.0 (H)
Descrizione: In quest’angolo della grande fascia vetrata d’ingresso trova posto l’iscrizione sacra: “Figli dell’uomo, benedite il Signore” proveniente dal canto Pasquale “Surrexit Christus”.
foto 20 vetrata 7Vetrata policroma con sei Apostoli di destra
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto: Volti di sei apostoli
Misure: cm 75.5 (H)
Descrizione: la vetrata è composta di vetri policromi a formare disegni astratti e da una serie di sei volti degli apostoli.
foto 21 vetrata lato sinistro ingressoVetrate laterali con calice
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Misure di ogni finestra: cm 213.0x35.5 (HxL)
Descrizione: la coppia di finestre ha una decorazione per lo più composta da forme astratte ma, in quella di destra, si riconosce un calice giallo. La raffigurazione è quindi da vedere come prosecuzione della tematica inerente l’ultima cena della fascia vetrata all’ingresso della chiesa.
foto 22 vetrata soppalcoVetrata del coro
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1996
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Misure: cm 214.0x35.8 (HxL)
Descrizione: questa piccola vetrata è composta di vetri policromi a formare disegni astratti e un triangolo giallo, identificabile come simbolo della Trinità Divina.
foto 23 vetrata lato sx altareVetrate policrome absidali di sinistra
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1995
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto con iscrizioni sacre “Alfa - In Principio era il Verbo e abitò tra noi”
Iscrizione con firma dell’artista (prima vetrata di sinistra, in basso a sinistra)
E. TROSS/DOMUS DEI/ROMA 1995
Misure della vetrata più alta: cm 580x42.5 (HxL)
Descrizione: Nella fascia superiore delle tre vetrate absidali di sinistra si trova la Creazione con l'iscrizione sacra “Alfa, In Principio era il Verbo”. L’ispirazione di Tross trova radici nel prologo del Vangelo di Giovanni e nelle prime frasi della Genesi. Vengono infatti raffigurati il primo ed il secondo giorno della Creazione, con la divisione tra la luce e le tenebre e la separazione tra le acque sopra e quelle sotto il firmamento. Nella fascia intermedia trova posto il terzo giorno, dove le acque vanno a raccogliersi nel mare e lasciano l’asciutto, ovvero la terra. Nella stessa fascia c’è la natura che germoglia con un arbusto che può essere identificato come l’albero della vita.
Nella fascia inferiore, dove trova posto la scritta “e abitò tra noi”, sono raffigurati il pane (bianco centrale), il pesce e la croce, tre simboli legati alla vita, ai miracoli, in particolare quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ed alla morte di Gesù.
foto 24 vetrata lato dx altareVetrate policrome absidali di destra
Artista: Ernesto Tross
Datazione: 1995
Materiale e tecnica: Vetro policromo e piombo fuso
Soggetto con iscrizione sacra “A Lui la Gloria nei secoli - Omega”
Descrizione: Nella fascia superiore delle due vetrate absidali di destra viene raffigurato il quarto giorno della Genesi, con la creazione degli astri. La scena è dominata dal grande Sole raggiato e impreziosita da alcuni pianeti, tra cui una falce di Luna. Nella fascia intermedia viene rappresentato il quinto giorno, con la creazione di uccelli e pesci, che vanno a formare un vortice. Nella fascia inferiore troviamo un grande volto, che può essere interpretato con il sesto giorno della Creazione, quando Dio creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza. Lo stesso viso, contornato dalla scritta “A Lui la Gloria nei secoli - Omega” è anche volto di Cristo, principio e fine di tutte le cose.
foto 25 interna madonninaMadonna con Gesù Bambino in Trono
Artista: Artemio Giovagnoni
Tipologia artistica: Scultura in altorilievo/bassorilievo
Materiale: terracotta policroma
Anno: 1993
Misure cm 128.5x80.0 (HxL)
Iscrizione sacra: “Ave Maria, dall’Alto aiutaci.”
Descrizione: Al centro della scena troviamo la Madonna con bambino seduta in trono realizzata con il tipico stile di Giovagnoni che rende più evidenti la plasticità delle teste dei personaggi e, in questo caso, particolarmente definite e realistiche. I corpi sono appiattiti, ma si staccano dal contesto grazie alle garbate cromie, risultando liberi dalla materia di supporto, come nelle statue a tutto tondo. Ai lati, quattro angeli musicanti, in bassorilievo, a sinistra con cedra e violino, a destra con flauto e mandolino contornano la scena. L’iscrizione “Ave Maria dall’Alto aiutaci” oltre a riferirsi al Paradiso da dove la Regina dei Cieli ci guarda, si presta alla citazione della Madonna Alta, l’edicola della Vergine Maria che si trova in cima al colle vicino alla chiesa di San Raffaele Arcangelo e che contraddistingue la toponomastica del luogo.
foto 26 battesimoFonte battesimale
Artista: Bottega Umbra
Datazione: anni 1990
Materiale: marmo
Misure: cm 200.0x224.5 (HxP)
Iscrizione sacra (sulla parete di fondo): “Ci siamo dissetati alla roccia che è Cristo”
Descrizione: La fonte battesimale è realizzata in marmo. La vasca esagonale ha un bacino interno a forma di croce greca con un braccio lobato. Il blocco retrostante risulta scavato con un canale per la discesa dell'acqua battesimale. La superficie della pietra è scabra esternamente e liscia internamente. Vi è una Colomba dello Spirito Santo collocata sul soffitto sopra la vasca, mentre sulla parete di fondo compare l’iscrizione “Ci siamo dissetati alla roccia che è Cristo”.
foto 43 ambonePaliotto dell’ambone - Gesù con San Tommaso
Artista: Artemio Giovagnoni
Tipologia artistica: Scultura in bassorilievo
Materiale: lega dorata, bronzata
Anno: 1991
Misure cm 112.0x37.5 (HxL)
Iscrizione sacra: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno.”
Descrizione: In questo pannello bronzeo traforato, Gesù è rappresentato con la mano destra sollevata nel gesto di benedizione tipico del Cristo Pantocratore (il Signore di tutte le cose che troviamo nell’arte bizantina). Con la sinistra il Signore mostra a San Tommaso, prostrato ai suoi piedi, la ferita sul costato. La figura del Cristo è di dimensioni maggiori rispetto a quelle del Santo, citazione delle raffigurazioni sacre della tradizione medievale. Giovagnoni accentua la plasticità degli elementi principali della narrazione: sia il volto e le mani di Gesù, che la testa e la mano di San Tommaso, si staccano maggiormente dal supporto.
foto 44 San RaffaeleSan Raffaele con Tobia ed il pesce
Artista: Artemio Giovagnoni
Anno: 1999
Materiale: Terracotta
iscrizione sacra (in basso) SANCTUS RAPHAEL
Dimensioni: cm 180.0x75.0x12.0 (HxLxP)
Descrizione: In questa grande scultura in rilievo, Giovagnoni raffigura Tobia (o Tobiolo) nell’atto di estrarre il pesce dall’acqua del fiume Tigri. Secondo la storia biblica, da esso ricaverà, su indicazione di San Raffaele, il fiele per guarire suo padre dalla cecità, il cuore e il fegato per scacciare il demone che possiede Sara, la sua futura moglie. A livello stilistico la figura dell’arcangelo è resa di dimensioni più importanti rispetto al giovane, come accade in altre sculture dell'artista (ad esempio in Gesù e San Tommaso dell’ambone). La mano destra del santo è protratta in avanti in segno di benedizione, mentre Tobia è in ascolto delle parole proferite dall’arcangelo.
foto 45 CrocifissoCrocifisso della parete absidale
Artista: Artemio Giovagnoni
Anno: 1990 circa
Materiale: Ferro battuto e terracotta patinata
Soggetto: Cristo morto in croce
Dimensioni: cm 330.0x134.0 (HxL)
Descrizione: In questa suggestiva Crocifissione, Giovagnoni rende le forme del Cristo particolarmente realistiche, pur mantenendo lo stile tipico dell’artista perugino. La drammaticità è accentuata dalla testa cadente di Gesù, a testimoniare il momento della Sua morte. Il Cristo è inchiodato ad una croce formata da quattro barre metalliche. Stilisticamente colpiscono le braccia del Salvatore che formano una V, con l’interasse orizzontale dove è inchiodato decisamente più breve rispetto alla crocefissione tradizionale. Questa posizione del Cristo morto era già stata eseguita precedentemente da Giovagnoni per altri crocifissi e ne contraddistingue lo stile.
foto 47 altareArtista: Artemio Giovagnoni
Datazione: 1991
Materiale: Lega di alluminio bronzata
Dimensioni: cm 66.0x198.0 (HxL)
Descrizione:
Il paliotto d'altare è composto di tre pannelli bronzei traforati e a bassorilievo, raffiguranti il banchetto delle Nozze di Cana. Nel pannello di sinistra, a sviluppo orizzontale, alcuni servitori stanno portando delle giare al banchetto, dove siedono i commensali; uno di loro è girato verso lo spettatore con una coppa di vino in mano. Nella parte bassa troviamo due grandi giare in primo piano che fuoriescono dal rettangolo scolpito. Il pannello centrale, a sviluppo verticale, presenta la scena chiave della storia: Maria che chiede a Gesù di supplire alla mancanza di vino. Nel pannello di destra, che riprende lo sviluppo orizzontale, troviamo ancora dei commensali ed un servitore che versa da bere in una brocca. Proprio di fronte a questi troviamo un bambino di spalle che tiene la mano di sua madre, quasi a rimarcare il rapporto genitoriale di Maria su Gesù, mentre sulla destra altri servitori sono intenti a travasare i fondi dei recipienti per poter servire del vino. In basso, sulla sinistra del pannello, una giara vuota fuoriesce dal rettangolo del bassorilievo.
foto 48 tabernacoloTabernacolo con scene di Cristo misericordioso
Artista: Artemio Giovagnoni
Datazione: 1989
Materiale: Lega di alluminio bronzata
Dimensioni: cm 35.0 x 40.0 (HxD)
Descrizione: Il tabernacolo, di forma cilindrica, è lavorato in bassorilievo con sei scene tratte dal Vangelo. La porticina di accesso (foto 48 01) è adornata con la cena in Emmaus, dove Gesù è raffigurato nel momento dello spezzare il pane. Esso viene quasi nascosto tra le mani di Cristo, mentre i due discepoli conversano tra loro. Rispetto all'Ultima Cena ritratta da Giovagnoni negli anni ‘80 qui la narrazione appare più informale. Procedendo verso destra si presentano due scene, la prima in cui Gesù guarisce il cieco nato e la seconda in cui perdona i peccati al paralitico . L’impostazione geometrica è la medesima per entrambe le raffigurazioni, dove la diagonale del braccio di Cristo a cui si appoggia sia il cieco che il paralitico, crea una lettura dall’alto verso il basso, a simboleggiare l’intervento provvidenziale di Dio nella vita delle persone. Nella successiva scena il Buon Pastore riconduce la pecorella smarrita al gregge. Proseguendo incontriamo la raffigurazione della samaritana che va al pozzo ed incontra Gesù, acqua viva che toglie ogni altra sete. Nell’ultima scena si vede Cristo attorniato da molta gente ed un bambino che porta una cesta con cinque pani e due pesci, Gesù provvederà a saziare la grande folla.
foto 49 crocifisso su piedistalloCrocifisso su piedistallo
Artista: Artemio Giovagnoni
Datazione: 1990 circa
Materiale: bronzo
Soggetto: Crocifissione
Descrizione.
Questa croce, posta su di un’asta, appare come una preziosa effigie realizzata da Giovagnoni. L’impostazione dell’opera deriva dalla scomposizione della croce in quattro scene, con al centro la scritta INRI (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum) come in una precedente Crocefissione che Giovagnoni realizzò nel 1976. Nella scena superiore Cristo viene giudicato da Ponzio Pilato, in quella a sinistra i soldati si spartiscono le vesti di Gesù, mentre a destra il Cristo morto viene deposto dalla croce. In questa drammatica scena, l’artista concentra il pathos sulla Vergine Maria, che si tiene la testa tra le mani. Centralmente Gesù viene raffigurato crocifisso con la posizione delle braccia a “V”, tipica di Giovagnoni, mentre la testa appare china, con i capelli sopra il volto, tanto da non rivelare se si tratti del momento della morte. Ai piedi di Gesù troviamo due figure femminili, identificabili nella Madonna e in un’altra Maria (di Cleofa o di Magdala), un centurione a destra, lo stesso che con la lancia trafiggerà il costato di Cristo dopo la sua morte, ed un altro personaggio a sinistra, probabilmente San Giovanni apostolo, un po’ arretrato rispetto alle donne.
foto 42 scultura malawiScultura in legno “Gesù sono del Padre, Salvatore dell’Uomo”
Artista: Yafani Yasidu
Datazione: 2006
Materiale: legno
Descrizione: Nella parte inferiore di questa scultura lignea di origine malawiana troviamo la raffigurazione di un presepe, dove persone di un villaggio portano doni al nascituro. Sopra a delle grandi mani centrali sono infatti raffigurati la Beata Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù bambino. Ai lati di questa scena trovano posto il bue sulla destra e l’asino sulla sinistra. Proseguendo verso l’alto incontriamo l’Ultima Cena. In essa troviamo sei apostoli seduti di schiena e due di lato, mentre gli altri discepoli e Gesù sono raffigurati di fronte ma con le braccia viste dall’alto, con Cristo che spezza il pane sopra al grande tavolo centrale. Nella fascia superiore troviamo la Crocifissione e, in cima, la Resurrezione di Gesù, contornato da quattro angeli. La composizione è contornata con pregevoli motivi vegetali e intrecci di rami che rendono la scultura coesa ed equilibrata nelle parti, dall’inizio alla fine del racconto in essa contenuto.




